Come si diventa
La scelta di diventare Salesiano Cooperatore e' una scelta maturata liberamente alla chiamata del Signore. E' una scelta vocazionale, una scelta impegnatgiva. Come tale non puo' esser fatta frettolosamente sulla vase di un entusiasmo, che potrebbe rivelarsi momentaneo. E' necessaria una graduale maturazione della scelta ed una adeguata preparazioine al'assunzione degli impegni che la scelta stessa comporta.
per questo il Regolamnete di Vita Apostolica prevede che colui che desidera entgrare nell'Associazione segua un programma adeguato di preparazione, che sia particolarmente intensa ed impegnativa nel periodo iniziale.
La sola chiamata del Signore a essere Salesiano Cooperatore non vuol dire che si possiede gia' fin dall'inizio e ben sviluppati tutti i reguisiti da essa richiesti. La chiamata e' un invito a mettersi in cammino per potenziare la vita battesimale impegnandosi nella realizzazione della missione salesiana e vivendo lo spirito di Don Bosco. Ma non e' pensabile realizzare una missione senza un progetto e senza gli strumenti adeguati. Si impone , allora, la necessita' di quella formazione "esigente" e "mirata" di cui si diceva prima.
La prima tappa e' la formazione "iniziale". La seconda e' quella "permanente"
La formazione iniziale, precede loa Promessa e oltre a far acquisire le conoscenze necessarie, serve anche da verifica "in intinere" per la propria scelta.
La formazione permanente dura tutta la vita ed e' necessaria al Cooperatore per mantenere viva e fedele la propria vocazionie secolare e salesiana.
Il primo responsabile della propria formazione e' il Cooperatore stesso, ma il suo Centro di appartenenza e l"Ispettoria offrono occasioni e programmi formativi validi per tutti.
Una parola in piu' sulla formazione iniziale puo' servire a meglio illustrare cosa si intende pere "cammino seiro ed esigente".
Nella formazione iniziale e' bene prevedere 3 ambiti:
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formazione cristiana ed ecclesiale
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formazione salesiana
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formazione associativa
La conoscenza dei piu' importanti documenti ecclesiali, in particolare sul laicato, l'approfondimento della salesianita' e realta' associativa sono le prime tappe fondamentali per iniziare il "cammino"
Come gia' detto, pero', non va dimenticato che la preparazione non si esaurisce con ls Promessa, la qulae deve diventare uno stsimolo per continuare il cammino formatsivo.
Per entrare effettivamente nell'Associazione occorre avere almeno 18 anni. Dop aver capito cosa vuol dire essere Cooperatore, si deve presentare una domanda ai responsabili del Centro presso cui si pensa di seguire la formazione permanente.
Questa domanda presuppone che il candidato abbia compiuto il cammino formativo iniziale nel quale ha compreso il valore di un progetto di vita apostolica, ha incominciato a viverlo e a sperimentarlo come adeguato e rispondente alle sue aspirazioni. I responsabili del Centro presentano la domanda del conditato al Consiglio Ispettoriale, che, verificata la frequenza al Corso Formativo e poggiandosi sulla presentazione del Centro, accetta ed accoglie la richiesta.
L'entrata "ufficiale" avviene con la Promessa. Il cooperatore riceve da Roma, firmato dal Rettor Maggiore , l'attestato che dimostra la sua reale appartenenza all'Associazione.Ma non e' il "documento" che fa il Cooperatore: e' uno stile di vita, e' un modo di sperare, e' la scelta di un regolamento "di vita apostolica" che qualicifica la vita di chi sceglie Don Bosco come Maestro e guida.


La Promessa
La promessa ... e viene il giorno della promessa, il giorno che segna l'entrata ufficiale nell'Associazione, il giorno che sicuramente da tanto abbiamo sognato, ma che ora fa un po' paura.
"Ricordo che la scelta di diventare Cooperatrice mi era subito sembrata ovvia e scontata per quello che sentivo per i giovani e per Don Bosco -ricorda Roberta,39 anni , insegnante in una scuola media - credevo di non aver dubbi e soprattutto ero convinta di arrivare alla Promessa solo un po' semozionata. Come mi sbagliavo! Nei giorni precedenti, il timore di promettere un qualcosa piu' grande di me, mi prese a tal punto da farmi pensare di rimandare tutto. Non era possibile, pero'... ed allora arrivai al fatidico 8 dicembre 1987. L'omelia di don Quevas non mi rassicuro' molto: "La Promessa non e un voto, ma esprime un impegno a percorrere una strada che e' tutta in salita. E'un dire 'si' al Padre ogni giorno per camminare verso la santita'. per avere il coraggio di testimoniare, di lavorare come voleva Don Bosco. Con l'atto pubblico della Promessa ci impegniamo ad aiutare laChiesa a rinnovare il mondo". E chi aveva il coraggio di alzarsi e promettere, a quel punto? Forse fui spinta proprio dallo Spirito Santo e cosi' divenni Cooperatrice. Non so quanto ho arricchito gli altri di questa mia scelta, ma so di sicuro quanto gli altri hanno donato a me. Il legame che mi tiene unita a tutti i fratelli e' forte e soprannaturale, e da quell'8 dicembre sento di far parte di una grande famiglia, che mi sostiene e mi incoraggia e che condivide con me un si' di servizio , un si che diventa missione."
Pur non essendo un voto , la Promessa e' pur sempre un impegno davanti a Dio e chiede fedelta' (la fedelta' e'una delle cose piu' belle e importanti della vita), E' questo impegno serio che spanveta: la nostra piccolezza, i nostri tanti sbagli come possono conciliarsi con queste alte aspirazioni?
Il Cooperatore per vivere la sua vocazione si "appoggia" sulla fedelta' di Colui chel'ha chiamato altrimenti da solo non potrebbe farcela. Se lo Spirito Santo ci ha scelti, periche e'fedele, per cosi' dire, a se stesso, non ci annandonera' e ci sosterra' nell'impresa. Lo Spirito Santo prepara l'ambiente, combina le cose e gli incontri... ci introduce nel progetto di Dioi e ci guida fino alla Promessa, che diventa la libera scelta che qualifica la nostra vita.
La Promessa e' il raggiungimento di una meta gioiosa e punto di partenza di un dono da condividere responsabilmente. In questo il Cooperatore e'sostenuto da tutti i fratelli Cooperatori e dagli altri membri della Famiglia Salesiana.
La vita di ogni battezzato deve essere attenta all'ascolto della Parola di Dio e diventa festa quando alle chiamate la risposta e' "si'" . Con la Promessa il Cooperatore esprime davanti a Dio e ai membri della Famiglia Salesiana la volonta' di dire un si' carico d'amore , di assumere il progetto apostolico salesiano e di assolvere agli impegni che ne derivano.
«O Padre,
Ti adoro perché sei buono e ami tutti.
Ti ringrazio per avermi creato e redento
per avermi chiamato a far parte della tua Chiesa
e fatto conoscere in essa
la Famiglia apostolica di don Bosco,
che vive per Te al servizio dei giovani e dei ceti popolari.
Attratto dal tuo Amore misericordioso,
voglio riamarti facendo del bene.
Per questo, dopo essermi preparato,
PROMETTO
di impegnarmi a vivere il Progetto evangelico dell'Associazione dei Salesiani Cooperatori, e cioè:
1. essere fedele discepolo di Cristo nella Chiesa cattolica;
2. lavorare nel tuo Regno, specialmente per la promozione e la salvezza dei giovani;
3. approfondire e testimoniare lo spirito salesiano;
4. collaborare, in comunione di Famiglia, alle iniziative apostoliche della Chiesa locale.
Donami, o Padre, la forza del tuo Spirito,
perché io sappia essere fedele
a questo proposito di vita.
Maria Ausiliatrice, Madre della Chiesa,
mi assista e mi guidi.
Amen».